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Io capitano

Regia: 
Matteo Garrone
Paese di produzione: 
Italia
Belgio
Anno: 
2023
Durata: 
121
Interpreti principali: 
Seydou Sarr, Moustapha Fall
Sinossi: 

Il successo nelle sale del film di Matteo Garrone, Io capitano, accende un lumino di speranza in questi tempi in cui gli sbarchi sono raccontati con allarmismi roboanti che impediscono un approccio razionale alla questione migratoria e che rendono quasi impossibile anche solo di immaginare le storie individuali che si celano dietro le cifre. Il pregio del film è quello di creare empatia, di permettere a chi guarda l’immedesimazione nei sogni e negli incubi che i protagonisti vivono nel loro viaggio verso l’Europa, spinti non da guerre, fame o eventi climatici estremi, bensì da un sacrosanto e umanissimo desiderio di realizzazione.

Osserviamo l’alternarsi di registri che vanno dal realismo spietato alla favola, con elementi di poetico surrealismo che alleggeriscono il dramma. Non sempre il discrimine tuttavia appare netto, poiché vi sono scene chiaramente realistiche che perdono in credibilità; un’ulteriore nota critica potrebbe ravvisarsi nella rappresentazione della comunità senegalese da cui i due protagonisti provengono, tratteggiata forse in maniera che rasenta il folclore. L’umanità, l’etica e l’onestà del protagonista colpiscono, e si manifestano in un crescendo di maturità che vede il suo climax nella scena finale.

Al netto delle critiche, resta un film che andrebbe visto e rivisto, proprio per la capacità che ha di produrre immedesimazione. Risulta amaro constatare che di favola si tratta, perché la storia raccontata, a parte forse l’inferno libico e i sogni di realizzazione umanissimi dei due personaggi principali, non trova molti altri riscontri nella realtà. Credo che non pochi abbiamo guardato con tenerezza e compassione alla gioia - legittima e comprensibile - di chi finalmente vede l’approdo, ma che ignora che le sofferenze non sono finite e che l’Europa non è quella che si aspettava.